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La Metamorfosi

Rocca di Papa, 18.000 residenti, 20 Km da Roma.

 

Adagiata sulle pendici di Monte Cavo, casette attaccate le une alle altre costruite a ridosso della “Fortezza” intorno all’anno 1000.

Dalle finestre, nei giorni di tramontana, lo sguardo spazia dal mare agli Appennini, dai laghi alla Capitale.

Lo stesso territorio che 2000 anni prima ospitava la mitica Albalonga, capitale dei Latini, che insieme ai Sabini ed agli Etruschi nel 753 ac fondarono Roma.

Un paese dalla spiccata personalità, con una forte identità e con un dialetto spesso incomprensibile ai “forestieri”, contaminato dalla lingua dei Bavaresi e dei Lanzichenecchi che in tempi remoti l’hanno abitato.

Nei vicoli odore di legna bruciata, profumo di funghi in padella, aria impregnata di mosto e caldarroste, puzza e bestemmie dalle osterie, preghiere e incenso dalla chiesa.

Abito ormai a Roma da circa trent’anni ma torno tutte le estati, più fedele delle rondini che ormai da molto tempo non passano più.

Ma ogni anno chiudono altre botteghe del centro storico, si abbandonano vecchie case, un anziano personaggio ci lascia, un’altra memoria storica si perde.

Si lascia il borgo antico per abitare case più confortevoli, dotate di una maggiore privacy, inquinando sorgenti di acqua preziosa e distruggendo senza criterio boschi e campagne.

Il mondo è cambiato, la nostra vita è cambiata.

Ormai in moltissime località della nostra penisola è in atto questa metamorfosi.

La globalizzazione esige il sacrificio della nostra diversità, della nostra cultura, delle nostre tradizioni, di quello che ci rendeva speciali.

I roccheggiani 2.0 vivono oggi in villette a schiera ed in case abusive senza anima, senza storia, in un luogo che non è diverso da tanti altri.

Crescendo figli che non ne sentiranno mai la nostalgia, cittadini del mondo.

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